martedì 2 dicembre 2008

Nona (e ultima) lezione 01-12-2008 Le QQ.storie all'italiana

L'applicazione QQ.storie, fa parte di quel filone di programmi per l'educazione che è stato definito "programmi piajetiani", per distinguerli da quei programmi di stampo skinneriano. Mentre questi ultimi sono basati sul concetto di condizionamento attraverso l'utilizzo di stimoli e rinforzi, quelli di stampo piajetiano, sono, invece, legati al costruttivismo. Il principio di fondo che anima QQ.storie, è che la matematica può essere imparata solo se si vive in un mondo che parla unicamente il linguaggio matematico. Ciò significa che per i bambini, è molto più semplice acquisire le basi matematiche se si ha la possibilità di immergersi in un'atmosfra completamente impregnata di questa materia. Grazie all'invenzione del linguaggio Logo, si ha quindi la creazione di un luogo in cui tutto ciò che si fa, parla esclusivamente la lingua matematica, consentendo così ai bambini di inserirsi fin dalla più tenera età in questa dimensione. Si può dunque ritenere che l'utilizzo di logo e delle QQ.storie, altro non rappresenta se non una specie di laboratorio, nel quale apprendere una sorta di seconda lingua: la matematica. Questo linguaggio nato in America, a partire dagli anni '80, è stato diffuso nel mondo nei diversi idiomi e in italia ciò è avvenuto nel 1984. Oggi è ancora poco conosciuto e diffuso, soprattutto nel nostro paese, ma a livello internazionale gode di notevole fama, grazie soprattutto alla divulgazione che ne ha fatto il matematico sudafricano Papert.
Oltre ad essere uno strumento che consente di rendere l'apprendimento della matematica attivo e partecipato, è necessario sottolineare che tale programma, consente anche di creare dei percorsi interattivi e pluridisciplinari. A mio avviso non è un programma così immediato da utilizzare per i bambini più piccoli (primo biennio scuola primaria), non tanto dal punto di vista realizzativo e pratico, quanto piuttosto dal punto di vista di gestione di tutto il background informatico di cui è costituito. Ad ogni modo, rappresenta indubbiamente una fonte di insegnamento avanguardistica, capace non solo di attivare la lezione, rendendo gli apprendimenti significativi, ma anche consentendo una crescita nei propri allievi circa l'uso dell'informatica e, in particolare, dell'universo dei computer.
Per terminare quest'ultima lezione, dedico un brevissimo pensiero al corso, il quale mi è sembrato ricco di spunti su cui riflettere e da approfondire in futuro, al fine di diventare insegnanti che sappiano "non tanto insegnare la matematica, ma insegnare ad essere matematici".
Per concludere, riporto la mappa realizzata con Cmap Tools, del corso effettuato in quest'anno accademico.