martedì 25 novembre 2008

Ottava lezione 24-11-2008 Una mappa per i nostri ragionamenti

Ieri abbiamo affrontato il tema della rappresentazione mentale di un luogo o di un ragionamento, e abbiamo messo in evidenza come sia possibile, attraverso tale rappresentazione, esplicitare quelli che sono i gradini su cui si basa la nostra costruzione di un'informazione. Questa modalità rappresentativa consente, inoltre (soprattutto con i bambini), di visualizzare sia quegli elementi di astrazione (come ad esempio le funzioni di una casa), sia quelli di concretezza (gli spazi fisici della casa), ponendoli in relazione tra di loro. Attraverso la mappa concettuale, è infatti possibile aiutare i bambini, ma anche gli adulti, a mettere a fuoco le relazioni che uniscono le diverse conoscenze che formano la memoria semantica. La nostra memoria è infatti costituita da due parti: la memoria narrativa o episodica, in cui sono custoditi fatti ed episodi della nostra vita, come una serie di spezzoni di film diversi; la memoria semantica, che costituisce una sorta di enciclopedia del nostro sapere. E' proprio in quest'ultima, che a volte risultano confusi e non del tutto chiare, le relazioni che mettono in comunicazione i diversi saperi in essa racchiusi. Poter mettere graficamente per iscritto le connessioni che la nostra mente ha creato fra i diversi contenuti, è un ottimo modo non solo per compiere una riflessione metacognitiva su se stessi, ma anche un ottimo spunto per portare i bambini alla scoperta delle relazioni. Queste ultime risultano, infatti, essere un concetto fondamentale in campo matematico e, inizialmente, difficile da comprendere e da spiegare, perchè astratte. Per questo motivo può risultare esemplificativo ricorrere alle mappe concettuali in cui, ad esempio, vengano rappresentati o la propria casa o il proprio albero genealogico.

Nel momento in cui si pensa ad una proposta didattica, sarebbe meglio proporre la prima attività, in quanto consente di lavorare su un piano in cui tutti i bambini hanno qualcosa da dire. Parlare, invece, delle proprie origini e dei propri antenati, potrebbe risultare un'attività indubbiamente stimolante e coinvolgente per i bambinini dal punto di vista culturale e familiare (in quanto attiva una rete di dialogo per il reperimento delle informazioni), ma ciò potrebbe non valere in presenza di bambini adottati o in affido, o che hanno da poco perso delle figure significative. E' dunque rinviata alla sensibilità dell'insegnante e al suo grado di conoscenza dei suoi allievi, il tipo di proposta da esporre alla classe.

Nessun commento: